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libro sesto 209

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu{{padleft:239|3|0]]Strabone, ed altra di Gavia figliuola di Caio, non essendosi conservato il nome della quarta. Scolpito in piccole ma belle lettere è sotto l’Arco il nome dell’Architetto Vitruvio Cordone di condizion libertina. Di quanto spetta all’architettura si ragionerà a suo luogo: ma l’osservar qui i capitelli e il rimasuglio di cornice dell’istesso disegno e lavoro, di cui nell’antichità prenominata veggonsi i capitelli delle colonne inferiori, e quelli degli stipiti, e così la cornice del frontispizio, ci fa inclinare a creder di lui anche quell’opera: e poichè l’una e l’altra di queste reliquie sono tra le più celebrate da’ primi maestri nell’arte, debbon dare distinto luogo tra’ nostri uomini illustri a Cerdone, e molto possono contribuire a farlo creder veramente, come abbiamo altrove congetturato, liberto e discepolo del Vitruvio che scrisse[1]. Altro Arco fu già dentro la città nella via del Corso, di cui vedesi la figura nel Saraina. Del magnifico ponte, che due archi antichi conserva ancora, abbiam parlato nel secondo libro. Teatro di pietra si ebbe qui parimente, di cui rimangon più pezzi nella collina di S. Pietro. Ma sopra l’istessa collina fu il nostro Campidoglio, che l’occupava dal basso all’alto, come i molti vestigi dimostrano. L’affetto ingenito delle città Romane alla lor matrice operava che anco in tutti i publici edifizj, e nel nome

  1. Forse può far credere molto antico e di que’ tempi l’Arco, perchè dopo gl’imperatori è credibile non si facessero più cosi fatti monumenti ai privati.
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