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libro sesto | 231 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu{{padleft:261|3|0]]Parlò dell’Alica[1] altresì, spezie di grano, nella quale affermò doversi sopra l’Egitto e sopra ogni altra parte all’Italia la palma, e facea singolarmente nel Veronese, nel Pisano e nella Campagna. Di lana Veronese non si fa espressa menzione negli Antichi, come si fa da Plinio e da Petronio Arbitro di quelle di Puglia e di Taranto, che nell’Italia meridionale erano stimale sopra l’altre, e come delle nostre parti qual molle e fina mentova Strabone ( lib. 5) quella di Modana, aspra e forte quella di Liguria, e mezzana tra queste quella di Padova, della quale preziosi tappeti e arredi si fabricavano di varie maniere. Marziale alle lane di Puglia diede la palma fra tutte, il secondo luogo a quelle di Parma, il terzo a quelle d’Altino. Ma che nel Veronese ancora e lana e lavori di lana fossero in pregio, io l’argomento dall’osservare nel medesimo Marziale, come si stimavano tra tutte le coperte da letto di Verona (lib. 14. Lodices mittit docti tibi terra Catulli):
Del buon Catullo il suol coltre ti manda.
Dice Plinio che delle lane bianche non cedeano a verun’altra quelle d’intorno al Po, tra le quali anche quella di Verona potea comprendersi. Passato per antica tradizione, come voce mera Latina, si riconosce in oltre il termine Veronese di trelizza, con cui fin nel secolo del 1300 trovo si dinotava la spezie principale de’ panni che qui si lavoravano. La forza