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libro sesto | 239 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu{{padleft:269|3|0]]chi vuol farci onore; ma diremo in vece, come da Plinio, alquanto più antico di Mastin dalla Scala, abbiamo che questo lago era a tempo suo nel territorio Veronese (lib. 9, c. 22: in Veronensi agro); il qual parlare indicar sembra che dal terren Veronese fosse all’intorno compreso. Notasi nei vecchi disegni del territorio nostro, come a Campione sia il confine di tre Vescovadi[1]. Di tal luogo intese Dante, ove disse (Inf. can. 20):
Luogo è nel mezzo là, dove il Trentino
Pastore, e quel di Brescia e ’l Veronese
Segnar patria, se fesse quel cammino:
il che non si sarebbe potuto verificare, se l’acqua, benchè toccante le rive Trentina o Bresciana, non fosse stala pur anco allora di giurisdizion Veronese. Però in occasion di solenni e replicali giudizj con la Riviera, che facea istanza per aver gius sopra l’acqua prossima alle sue rive, fu poi fin dal 1433 sostenuto a Venezia felicemente il nostro diritto sopra tutta l’acqua, e confermato con Ducali, spezialmente nel 1468, per l’antichissimo immemorabil possesso. Ora questo antico possesso fino a ogni riva può far credere molto ragionevolmente ch’anco il littorale fosse un tempo dell’istessa ragione. Ma veggiamone maggiori argomenti. Il luogo capitale e più famoso sul lago, come ne’ tempi di mezzo fu Garda, così negli antichi fu Tusculano, essendo che Salò non vi era
- ↑ V’è chi dice s’incontri questo triplice confine nel tener di Salò.