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242 | dell’istoria di verona |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu{{padleft:272|3|0]]cui afferma, esser di ragione del Vescovo di Verona alcuni averi pretesi da quel di Trento nella villa Asiana (Conc. t. 9, ep. 267): dove è credibile debbasi leggere Aliana, e intender d’Ala; quale col rimanente della val Lagarina diventò ancora un’adiacenza del Veronese, quando per testamento d’Azzo Francesco di Castelbarco nel 1410 ne rimase erede il dominio Veneto. Roveredo restò poi annesso alla Contea del Tirolo e alla Reggenza d’Inspruc per l’istessa Pace del 1517; ma non mancan motivi di credere che tutta quella florida Valle fosse già staccata dal Veronese, fin da quando l’Imperador Corrado ne fece dono a’ Vescovi di Trento, da’ quali poi ne fu gran parte infeudata a diversi. Il proemio del nostro Statuto tra i paesi la registra, che furono in questo territorio: ebbe già il nome di Laguro[1], luogo nominato da Paolo Diacono (Vallibus etiam Temi et Lagari lib. 3, c. 9), di cui orma non resta che ci sia nota. L’Itinerario detto d’Antonino nel viaggio da Augusta a Verona, fra Trento e Verona, 36 miglia da questa, mette ad Palatium. Rimane il nome di Palazzo ancora ad alcune reliquie d’antichi muri presso Santa Margherita di là da Ala; sito che in oggi si calcola poco più di trenta miglia distante da Verona, secondo la distanza dell’antiche miglia da noi osservata. Le carte del Magini mettono quivi Manison, il qual nome mostrerebbe esservi stata Mansione.
- ↑ A questo luogo trovasi aggiunto di margine Bagaro, Bargo, Barco. — Gli Editori.