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262 dell’istoria di verona

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu{{padleft:292|3|0]]morto combattendo Ruricio stesso. Soprastettero dopo questo alcun tempo gli assediati, e finalmente a discrezione si resero; il che si raccoglie, perchè non vi seguì uccisione alcuna, ma ordinò Costantino fossero i soldati ristretti in vincoli; e perchè per sì gran quantità di gente non si trovavano, ordinò che delle loro stesse spade manette si facessero e ceppi. Tanto ci narrano di quest’impresa Nazario e l’Anonimo ne’ Panegirici. Questa è la prima e la più antica espugnazion di Verona, della quale notizia ci sia rimasa; e per renderla non solamente memorabile, ma gloriosa, basta il gran nome di Costantino[1].

Prima conseguenza di tal vittoria e della presa di Verona si fu il rimaner signore di tutta l’Italia di qua e di là dal Po, e di tutte le sue regioni e città, tra le quali nomina Nazario (cap. 27) distintamente Aquileia e Modana, perchè dovean essere più atte dell’altre a far resistenza. Cosa avvenne però che ha fatto continuar sempre e che fa rinovar d’ognora la memoria di tal fatto, essendone nata una spezie d’epoca che dura negli atti publici tuttavia; cioè il segnar l’Indizione, ch’è un giro di quindici anni, e forma una delle principali note cronologiche, dalla quale tanto sussidio si ritrae per giudicar de’ documenti, e per fissare il preciso tempo de’ fatti storici. Che dalla vittoria di Verona l’Indizione avesse principio, l’ha mostrato il Cardinal Noris nell’Istoria Do-

  1. Nell’Arco di Costantino a Roma si vede la città assalita e difesa.
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