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l’urania — l’idillio manzoniano. | 117 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Manzoni.djvu{{padleft:119|3|0]]tanto avea già fatto, con la madre, nel 1806 il suo viaggio in Isvizzera e ammirato dappresso le montagne, che vi ritornò forse nel 1807, invece di tradurre,[1]
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Sì numeroso il portamento, e tanto
Di rosea luce ti fioriva il volto,
Che Diva io ti conobbi, e t’adorai.
Ed ei sì lieto ti ridea, sì lieta
D’amor primiero ti porgea la destra,
Di sì fidata compagnia, che primo
Giurato avrei che per trovarti ei l’erta
Superasse de l’Alpe, ei le tempeste
Affrontasse del Tuna, e tremebondo
Da la mobil Vertigo e da l’ardente
Confusïon battuto in sul petroso
Orlo giacesse. Entro il mio cor fêan lite
Quegli avversarii che van sempre insieme,
Riverenza ed Amor; ma pur sì pio
Aprivi il riso, e non so che di noto
Mi splendea ne’ tuoi guardi, che Amor vinse,
E m’appressai sicuro. E quel cortese,
Di cui cara l’immago ed onorata
Sarammi, infin che la purpurea vita
M’irrigherà le vene, a me rivolto,
Con gentil piglio la tua man levando,
Fêa d’offrirmela cenno. Ond’io più baldo
La man ti stesi.
Mi piace ora aggiungere che Parteneide rispose al Manzoni, in lingua tedesca, per bocca dello stesso Bággesen in una poesia intitolata precisamente: Parthenais au Manzoni, la quale si legge nella quinta parte delle Poesie del Bággesen pubblicate dal figlio del poeta a Lipsia nell’anno 1836. Una nota dice: «Questa poesia si fonda sul fatto che dopo che il Fauriel ebbe tradotta la Parteneide in francese, il Bággesen ricevette dal Mansioni la promessa ch’egli l’avrebbe tradotta in italiano. La traduzione francese è in prosa; il Manzoni si proponeva di adoperare la terza rima. Non sappiamo per quali motivi il lavoro non sia poi stato seguìto.» Debbo questa notizia alla cortesia del signor Kr. Arentzen, autore di un pregiato lavoro biografico sopra il Bággesen pubblicatosi di recente in lingua danese. Il signor Arentzen ebbe pure la bontà di trascrivermi gli esametri tedeschi del Bággesen diretti al Manzoni. Anche in essi come nel poema della Parteneide, egli si cela sotto il nome di Nordfrank, il poeta viaggiatore. Parteneide parla e dice come, gui-