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i promessi sposi. 259

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Manzoni.djvu{{padleft:261|3|0]]rispaventarsi, «Ho promesso e non mi ritiro. Ma vedete come mi avete fatto promettere. Dio non voglia....» — «Perchè volete far de’ cattivi augurii, Lucia? Dio sa che non facciam male a nessuno.» — «Promettetemi almeno che questa sarà l’ultima.» — «Ve lo prometto, da povero figliuolo.» — «Ma questa volta, mantenete poi,» disse Agnese. — Qui l’Autore confessa di non sapere un’altra cosa; se Lucia fosse, in tutto e per tutto, malcontenta d’essere stata spinta ad acconsentire. Noi lasciamo, come lui, la cosa in dubbio.[1]

La persona dell’Autore viene, per lo più, ad accrescere la forza de’ sentimenti de’ suoi personaggi; a colorirli più gagliardamente; occorreva un grande poeta per far così commovente l’addio di Lucia ai suoi monti, occorreva un buon patriotta per far sen-

  1. Enrichetta Blondel, moglie del Manzoni, morì cinque anni dopo la pubblicazione dei Promessi Sposi nel 1833, e il Manzoni ne rimase per lungo tempo inconsolabile. Il Tommaseo ricordava, in proposito, un aneddoto commovente: «Il Manzoni era a Stresa per assistere all’agonìa dell’amico Antonio Rosmini; e fu soggetto d’ammirazione agli astanti la venerazione figliale di lui più vecchio ed il cordoglio di quella morte; e io posso dire quanto profondamente (non parendo ai profani) egli sentisse i dolori. Rincontratomi seco a Stresa, e caduto il discorso su Virgilio (religione dell’anima sua) rammentando io quel sovrano concetto d’Evandro: Tuque o sanctissima coniux, felix morte tua, egli continuava la citazione: neque in hunc servata dolorem, accompagnandola coll’atto del viso e della mano abbandonata sul ginocchio, e sentì la diletta e venerata sua moglie, la sua ispiratrice, della quale consunta da lento languore ei diceva con parole degne di chi ci ritrasse Ermengarda morente: — Tutti i dì la offro a Dio, e tutti i dì gliela chieggo. — Veggasi pure quanto scrive in proposito il professor Prina nel suo diligente Studio biografico sopra il Manzoni.
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