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456 meditazione decimaquarta

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Meditazioni storiche.djvu{{padleft:463|3|0]]sola media furono quelle genti che sollevandosi molti secoli appresso contro a Roma, già signora di quasi tutto il mondo intorno al Mediterraneo, propugnarono ed ottennero i diritti di cittadinanza, di consignoria, di consanguineità. Ed al mezzo della Penisola, alla Macra ed al Rubicone era confinato il nome d’Italia parecchi anni appresso tuttavia, e fino al tempo d’Augusto. Ondechè mi sembra dover rimanere poco dubbio (nè rimane forse già ai più studiosi), che nella Penisola media fu la stanza primitiva della gente degli Itali, del nome di Italia. — Ma di quale schiatta, di quale delle tre grandi famiglie primitive fu ella questa gente degli Itali ? E qui ci soccorron prima i testi e le etimologie, e poi, che vale forse più, la serie dei fatti Noi abbiam prima un testo solenne di Dionisio, o piuttosto di Filisto Siracusano da lui citato, il quale dice che l’invasione della Sicilia fu fatta da una gente Ligure condotta da Siculo figliuolo del re Italo. Certo, a chi abbia qualche studio di queste tradizioni antiche, parrà qui chiaramente accennata la consanguineità delle tre genti, Ligure, Sicula ed Itala. E s’aggiungono poi un altro testo di Senofane Siracusano che conduce alla medesima conclusione, ed una moderna lezione di Tucidide stesso, e vari passi di Servio. E si aggiungono non disprezzabili somiglianze, e quelle desinenze dei nomi primitivi di Viteli e Vituli, coi Siceli e Siculi; e il nome d’Italica tenuto ab antico da Siviglia città Iberica molto principale; ondechè, o bisogna escludere ogni ricerca delle origini dei popoli dai testi e dall’etimologie, ovvero è da accettar questa da esse.[1] — Ma il ripeto, più che i testi e le etimologie mi sembrano valer sempre le concordanze dei fatti; la vera e definitiva prova di qualunque ipotesi è, che ella serva alla spiegazione dei fatti. E qui appunto le vicende del nome d’Italia non mi paiono spiegabili se non dall’ipotesi che gli Itali, Vileli o Vituli, fossero medii e consan-

  1. Dionysius Halycarnasseus, lib. 1, § 23, e confr. coi §§ 12, 72 e 73, dove sono altre tradizioni dissimili ma par forse concorrenti. Vedi gli altri passi discussi in Troya, lib. 1, §18, e qui sopra, pag. 454, nota 1. — Quanto poi all’importanza della desinenza di Viteli e Vituli per provare la consanguineità di essi co’ Siceli o Siculi, è da notare la frequenza di tal desinenza tra le genti Liguri: Vagelli, Statielli, Intemelli, Vercelli ec. Vedi D’Anville, Italia antiqua.
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