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VII. Ma quest’esistenza degli spiriti nltraterreni, che non è se non probabilità filosofica più o meno appariscente a ciascuno, secondo le proprie cognizioni, e che non sarà mai filosoficamente prorata a nessuno; quest’esistenza e questa causa finale degli spiriti celesti ci sono insegnate con certezza dalla scienza rivelata. La medesima storia che ci ha date già le origini e la causa finale degli spiriti terrestri, ci dà quelle de’ celesti. Ella ci insegna1 che molli ordini di tali spiriti precedettero i terrestri nel tempo della creazione; che vissero prima di noi una vita simile alla nostra nella libertà di bene o male operare, e nell’aver molti mal usala tal libertà; una vita di prova, di meriti o demeriti come la nostra, alla quale è succeduta, come succederà alla nostra, la vita ulteriore di rimunerazioni e di pene. E di questi noi sappiamo si dalla rivelazione che furono sempre puri spiriti. Ma ne furono o ne sono eglino altri uniti colla materia ? E se cosi, fino a qual pnnto s’assomigliano eglino i corpi loro a’nostri, o tra sé? O fino a qual punto s’assomigliano essi gli spiriti ancor viventi, o che vivranno in islato di prova? Tuttociò non ci è dato, per vero dire, nè dalla scienza rivelata nè dalla non rivelata. Ma alle reticenze della seconda è avvezzo chiunque sia per poco avvezzo a studiare o meditare, ed alle reticenze della prima è pur forza avvezzarci; ella non ci suol dare se non le notizie necessarie od utili, e suol tacere le puramente curiose. E noi abbiamo cosi dall’una e dall’altra oramai quanto ci basta a scorgere approssimati, assomigliati, od anzi immedesimati i destini di tolti gli spiriti nell’universo, chiaro anzi il destino dell’universo tutto. L’universo, tutto il creato è materia e spirito; la materia serve allo spirilo, lo spirito a Dio; i vari luoghi
- ↑ od anche degli spiriti colà congiunti od anche degli spiriti puri, rimane intiera la probabilità razionale delia loro esistenza, e quindi della causa finale loro identica coll’umana.
- ↑ La creazione e i diversi ordini degli Angeli, il peccato e le pene di alcuni, la virtù e la vita degli altri non ci son narrate colle origini umane distesamente nè nella Gerifeai, nè in nessun altro luogo del Vecchio o del Nuovo Testamento. Ma nell’uno e neil’altro sono frequenti le allusioni e le narrazioni che suppongono questo, il quale ai vede essere stato costante dogma tradizionale ebraico e cristiano. Vedi san Tommaso, svmma Thtologica, pars I, qutest. LLXIV e CVlCXIV.— Petavio, De angelis. — Suarez, De Angelis.