< Pagina:Michele Strogoff.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

— 36 —

michele strogoff

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Michele Strogoff.djvu{{padleft:148|3|0]]rono del resto pochissimo variati in quella traversata delle prime pianure della Siberia occidentale.

Ad ogni sosta, i due corrispondenti scendevano, e si trovavano con Michele Strogoff. Quando non dovevano fare alcun pasto, Nadia non lasciava il tarentass; se invece bisognava far colazione o desinare, essa veniva a sedersi a mensa; ma, sempre riservata, pigliava poca parte alla conversazione.

Alcide Jolivet, senza del resto uscire mai dai limiti d’una perfetta convenienza, era sempre premuroso e garbato colla giovane livoniana, che trovava leggiadrissima. Ammirava l’energia silenziosa che essa mostrava in mezzo alle fatiche d’un viaggio fatto in così dure condizioni.

Quelle fermate necessarie andavano poco a sangue a Michele Strogoff, il quale, ad ogni tappa, affrettava la partenza, eccitando i mastri di posta, stimolando gli iemschick. Poi, fatto il pasto alla lesta, — troppo alla lesta rispetto ai gusti di Harry Blount, il quale era un mangiatore, — si partiva, ed i giornalisti, anch’essi, erano trasportati come aquile, perchè pagavano principescamente, e, come diceva Alcide Jolivet, con aquile di Russia[1].

S’intende che Harry Blount non badava menomamente alla giovinetta; questo era anzi uno dei pochi argomenti di conversazione nel quale egli non cercasse di discutere col suo compagno. L’onorevole gentiluomo non aveva l’abitudine di far due cose alla volta.

  1. Moneta d’oro che vale 5 rubli; il rublo è una moneta d’argento che vale 100 kopek, ossia 3 franchi e 92.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.