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Alessandrina Ravizza 41

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu{{padleft:47|3|0]] bel giorno, in scatola o all’ospedale.

Anche i grandi, però. Anche i vecchi. Anche quelli macchiati di sangue. Tutti, con il fascio delle loro colpe, non più gravi, forse, dei loro dolori: con il marchio dei proprî delitti, non più orribile, forse, di quello delle ingiustizie che, sin dall’infanzia e già prima di nascere, hanno dovuto subire.

E senza sermone. Già. Lo Schisc disprezzava incommensurabilmente le prediche moraliste. «Hin tucc cialâd»[1], diceva. Egli l’aveva udita, la voce del miracolo. Sapeva la sua dolcezza.

O Madre!...

Nella cella di segregazione d’una

  1. Sono tutte sciocchezze.
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