< Pagina:Novelle lombarde.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Novelle lombarde.djvu{{padleft:176|3|0]]
....cascando a capofitto, percosso il cranio, rimase lì morto, stecchito a’ miei piedi, senza poter dir altro che Menica».
(Pag. 191).
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.