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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Opere complete di Galileo Galilei XV.djvu{{padleft:25|3|0]]tramandata la sola memoria che fino ad oggi se nc avesse nel pubblico.
Ma ciò che non possiamo consentire al signor Gigli è la sua affermativa che Galileo non fosse allora dell’Accademia, ma vi leggesse soltanto per invito del console. La qual cosa egli inferisce dal non trovarsi memoria di tal lettura negli Atti dell’Accademia, secondo che dice il Salvini,[1] e dal non vedere apparire il nome di Galileo come socio prima dell’anno 1599.[2]
Al che da noi in prima si risponde, che male si cercherebbe appresso i nostri vecchi la diligenza di archivi e di protocolli che è tanta parte delle cure di noi formalisti del secolo XIX; e di ciò abbiamo le più ampie testimonianze non solo per quanto si riferisce alle Accademie ed alle Università degli studj, ma agli stessi archivi di governo. E se gli Atti, o quei registri che chiamavano Atti dell’Accademia Fiorentina, non fossero andati perduti nell’incendio dell’abitazione del cancellier Ceccherelli nel 1748,[3] siam di credere che indi potremmo trarre nuova confermazione del nostro detto; ed anzi già lo possiamo dalle parole stesse del Salvini, il quale, benchè scrivesse assai tempo innanzi l’incendio surriferito, a pag. XXVII, così si esprime: «Nel distendere i Fasti consolari ho stimato opportuno il regi-
- ↑ Dice il Salvini ne’suoi Fatti consolari, discorrendo di Galileo, stato più tardi Console dell’Accademia: D’una sua fatica letta da lui nella nostra Accademia, non mentovata nè dagli Atti della medesima, nè dal Viviani, ne fa memoria Filippo Valori ec.
- ↑ Nota il Sig. Gigli a piè della pag. IX: — Nel seguito inedito delle Notizie letterarie ed istoriche intorno agli uomini illustri dell’Accademia Fiorentina di Jacopo Riili, scritto dal Marmi e da altri (Magliab., Classe ix, Cod. 42), in una nota di Accademici non prima dell’anno 1599 si legge il nome di Galileo Galilei.
- ↑ «Nell’anno 1748 restò incendiata l’abitazione del dottor Ceccherelli Cancelliere dell’Accademia Fiorentina, presso del quale esistevano per legarsi in libri i Manoscritti di quell’Accademia; ed in questa circostanza restarono divorate dalle fiamme una quantità ben grande di Opere, Dissertazioni ed Atti, fra le quali esisteva l’Orazione letta da Galileo quando fu eletto Console, da me veduta e letta». (Nelli, Vita di Galileo, p. 476).