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mesi dell’anno viene riposto in un profondissimo obblio, e così vicendevolmente di anno in anno torna ad obbliarsi, e sorgere.
Tutti i lavori de’ Morlacchi sì di State, che di Verno finiscono nel seminar, e raccor le biade. Se si unisca a ciò la cura, che ànno pe’ loro animali, non v’è altra briga, che occupi gli animi loro; perciò nel Verno, riempiendosi bene la pancia, fanno per lo più una vita sedentaria, e formando un semicerchio attorno il focolare,[1] ove si riscaldano, raccontansi scambievolmente delle Storielle schifose, non lasciando da parte anche le vere, riguardanti alla Istoria della nostra Nazione. Le Istorielle, di cui s’imbevono i figli dai Padri, le tramandano a’ nipoti, e così successivamente, di modo, che per tradizione si conservano tutti i fatti antichi i più memorabili, che si alterano secondo la passione di chi li racconta.
Una sana massima de’ Morlacchi è di tener, più che si può, unite le famiglie, facendo un ottimo riflesso, che la disunione è causa della rovina. Non è rara cosa per questo, che molte famiglie arrivino al numero di trenta persone, alcune a quaranta, ed alcune altre a settanta, ma queste ultime si potrebbon facilmente numerare. Le Donne, come da per [2]
- ↑ Io non dirò, che di State i Morlacchi si riscaldino al foco, come usano di Verno. Non è naturale, che quelli, ch’espongono, occorrendo, i nudi petti al rigore del Verno, vadino a procurarsi un superfluo, e nojoso caldo di State.
- ↑ Morlacchi. Alcuni pongono, in dubbio, se Marco Kraglievich vi sia mai stato. Io direi di sì. Non vorrei peraltro farmi mallevadore di tutte quelle azioni Eroiche, che di lui cantano i Morlacchi.