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L’ÈRA NUOVA




È un giorno come un altro il dì che chiude un secolo e ne apre uno nuovo?[1] Si deve, quel dì, inalzare al sole, al vecchio e giovane dio di nostra gente, un inno più fervido e più alto?

Sol di vita che con il fiammeo carro
porti e celi il giorno, che sempre un altro e
sempre quello sei, non veder di Roma
 nulla più grande!

Ecco: per ripetere o rinnovare quell’inno, bisognerebbe aspettare la fine non solo d’un secolo, ma d’un anno mondano, dopo la quale è la palingenesia; dopo la quale

Torna la Vergine già, il buon tempo è già di Saturno:
genere d’uomini nuovo dai ceruli culmini scende;

con la quale

Fede e Pace, Onore e Costume antico ed
osa la negletta Virtù tornare e
già si mostra l’universal Ricchezza
 piena di doni.

  1. Così parlavo presso la fine del secolo già sepolto.
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