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38 MARIO RAPISARDI

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pensieri e giudizi.djvu{{padleft:56|3|0]]anime all’abisso della voluttà. Forse per questo, quando tu contempli una di quelle morbide, sensuali, eppur sì graziose ed eteree creature di Michele, se l’anima tua non è chiusa affatto alle dolci commozioni dell’arte, tu senti intorno come una fragranza dolcissima di primavera; un crepuscolo, non sai se d’aurora o di tramonto, tinge l’aria di giacinti e di rose; tutte le attività del tuo spirito si acquetano e si armonizzano in un dormiveglia delizioso; mentre la più semplice e voluttuosa melodia di Bellini ti ravviva le immagini delle donne più caramente dilette; gli occhi si velano di lagrime e l’anima veleggia e si perde in un cielo di malinconiche visioni.


VI. [1]

7 aprile 1891.

La solennità che qui ci aduna in onore di Giuseppe Zurria, proposta con nobili intendimenti dall’esimio prof. Grassi[2], alacremente promossa dall’onorevole commissione, onorata dal consentimento del ministro di P. I., accolta con soddisfa-

  1. Per le onoranze a G. Zurria, ricorrendo il 50. anniversario del suo insegnamento di Matematica sublime nell’Università di Catania, ove fu più volte rettore. Morì a 86 anni in Catania, sua patria, il 14 settembre 1896.
  2. G. B. Grassi allora insegnante zoologia nell’Università di Catania: ora senatore, vive a Roma ove dirige l’Istituto di anatomia comparata.
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