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il milione 113

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:127|3|0]] questa moneta a perle o a oro e altre cose rare. E molte volte è recato al gran sire per gli mercatanti[1] tanta mercatanzia in oro e in ariento, che vale quattrocentomila di bisanti;[2] e ’l gran sire fa tutto pagare di quelle carte, e’ mercatanti le pigliano volentieri, perchè le spendono per tutto il paese. E molte volte fa bandire il Gran Cane che ogni uomo che hae oro e ariento o perle o pietre preziose o alcuna altra cara cosa, che incontanente la debbiano avere apresentata alla tavola del gran sire, ed egli lo fa pagare di queste carte; e tanto gliene viene di questa mercatanzia, ch’èe un miracolo. E quando ad alcuno si rompe o guastasi niuna di queste carte, egli va alla tavola del gran sire, e incontanente gliele cambia, e ègli data bella e nuova; ma si gliene lascia tre per cento. Ancora sappiate che, se alcuno vuol fare vasellamenta d’ariento o cinture, egli va alla tavola del gran sire, ed ègli dato per queste carte ariento quant’e’ ne vuole, contandosi le carte secondo che si ispendono. E questa è la ragione perchè il gran sire dee avere piú oro e piú ariento che signore del mondo. E sí vi dico che tra tutti gli signori del mondo non hanno tanta ricchezza quanto hae il Gran Cane solo. Or v’ho contato della moneta delle carte: or vi conterò della signoria della cittá di Camblau.

  1. Pad. tante perle e piere preziose e oro e arzento.
  2. Berl. e tuti vieno apresentadi al signor; e el Gran Can fano chiamar dodexe savi deputadi a questo, e fano che lor varda queste mercadanzie quello che le vai, e quelli... li fano pagar de quele tal carte corno a lor par.
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