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126 il milione

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:140|3|0]]ch’egli fosse lo malvenuto: quegli non seppe che si dire. Allotta comandò ch’egli fosse messo a guardare bestie; e cosí fu. E questo gli fece fare[1] per dispetto [tuttavia ben guardandolo]. E quando egli ebbe guardate le bestie bene due anni, egli sel fece venire dinanzi, e fecegli donare ricche vestimenta e fecegli onore assai: poscia gli disse: — Signore re, aguale ben puoti vedere che tu non se’ da guerreggiare con meco. — Rispuose lo re: — Sempre cognobbi[2] che io non era poderoso da ciò fare. — Allotta disse il presto Giovanni: — [3]Non ti voglio piú fare noia, se non ch’io ti farei piacere e onore. — Allotta fecegli donare molti begli arnesi e cavagli e compagnia assai, e lasciollo andare. E questi si tornò al suo reame; e da quell’ora innanzi fu suo amico e servidore. Or vi conterò d’un ’altra materia.

xciv (ex)

Del gran fiume di Caramera (Caramoran).

E quando l’uomo si parte di questo castello e va verso ponente venti miglia, trova un fiume ch’è chiamato Caramera, ch’è si grande che non si può passare per ponte, e va infino al mare occeano. E su per questo fiume ha molte cittá e castella, ove sono molti mercatanti e artefici. Attorno a questo fiume per la contrada nasce molto giengievo; e hacci tanti uccelli

  1. Berl. per despeto, per mostrar ch’el non podeva niente.
  2. Berl. ch’el non son signor al mondo che te possa far vera.
  3. Pad. Da poi che tu medeximo l’hai confesato, io non te domando altro; ma de qui innanzi te voglio far onor e servixio.
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