< Pagina:Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
140 il milione

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:154|3|0]] danno un saggio d’oro per sei d’ariento. Ancora qui si spende le porcellane ch’io vi contai; e in questa provincia non si truova queste porcellane, ma vengono d’India. E in questa provincia nasce lo gran colubre e ’l gran serpente, che sono si ismisurati, che ogni uomo se ne dovrebbe maravigliare. Egli sono molto orribile cosa a vedere: e sappiate ch’egli ve n’ha per vero di quelli che sono lunghi dieci gran passi, e sono grossi dieci palmi; e questi sono li maggiori. Egli hanno due gambe dinanzi presso al capo,[1] e gli loro piedi sono d’una unghia fatta come di lione; e il ceffo è molto grande, e lo viso è maggiore che uno gran pane; la bocca èe tale, che bene inghiottirebbe un uomo al tratto; egli hae gli denti grandissimi, ed è si smisuratamente grande e fiero, che non è uomo nè bestia che nollo dotti e non n’abbia paura: e ancora ve n’ha dei minori d’otto passi[2] o di sei. La maniera come si prendono si è questa. Egli dimorano lo die sotterra per lo gran caldo, e la notte escono fuori a pascere, e prendono tutte quelle bestie che possono avere; elle vanno a bere al fiume e al lago e alle fontane. Elle sono sí grande e sí grosse[3] che, quando vanno a bere o a mangiare di notte, fae nel sabbione, onde vae, tal fossa ch’e’ pare che[4] una botte vi sia voltata. E li cacciatori che la vogliono pigliare veggono la via onde è ito il serpente, e[5] hanno un palo di legno grosso e forte, e in quel palo è fitto un ferro d’acciaio fatto come un rasoio[6], e cuopresi col sabbione, e assai fanno di questi ingegni i cacciatori; e quando lo colubre viene per questo luogo, percuote in questo ferro sí forte, che[7] si fende dallo capo al piede infino al bellico, sí che muore incontanente. E cosí lo prendono i cacciatori; e incontanente ch’egli è morto, e’ gli cavano lo fiele di corpo, e vendonlo molto caro, perciochè è la migliore medicina al morso del cane rabbioso,

  1. Berl. e nom ano pie, se no una ongia come quella del falcon... over le lion, e ano el cavo grando, e i ochi... de (un) pane.
  2. Fr. et de cinq et de un.
  3. Pad. * e cussí pesente.
  4. Pad. una vezia de vino.
  5. Pad. j mete.
  6. Pad. * o come uno fero de lanza, lo qual è longo una spana. — Fr. entor dou paume (?).
  7. Pad. el fero se fica in entro dal corpo e lo sfende per mezo. — Fr. dusque au beh (bellico?).
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.