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il milione 143

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affanno del fanciullo a portarlo[1], e cosí vogliono che si riposi. E tutti gli amici vegniono a costui al letto e fanno gran festa insieme; e la moglie si leva del letto, e fa le bisogne di casa, e serve il marito nel letto. E mangiano tutte carne e crude e cotte, e riso cotto con carne. Lo vino fanno di riso con ispezie, ed è molto buono. La moneta hanno d’oro e di porcellane, e danno un saggio d’oro per cinque d’ariento, perciochè non hanno argentiera presso a cinque mesi di giornate; e di questo fanno i mercatanti grande guadagno, quando ve ne recano. Queste genti non hanno idoli nè chiese, ma adorano lo maggiore della casa, e dicono: — [2] Di costui siamo. — Egli non hanno lettere nè scritture; e cioè non è maraviglia, percchè stanno in luogo molto divisato[3], che non vi si puote andare di state per cosa del mondo, per l’aria che v’è cosí corrotta, che niuno forestiere[4] vi può vivere per niuna cosa. Quando hanno affare l’uno coll’altro,[5] fanno tacche di legno, e l’uno tiene l’una metá e l’altro l’altra metá; quando colui dee pagare la moneta, egli la paga e fassi dare l’altra metá della tacca. In tutte queste provincie non è medici. E quando egli hanno alcuno malato, egli mandano per loro magi e incantatori di diavoli; e quando sono venuti al malato, ed egli gli ha contato lo male che egli ha, egli suonano loro stormenti e cantano e ballano; quando hanno ballato un poco, e l’uno di questi magi cade in terra colla ischiuma alla bocca e tramortisce; e ’l diavolo gli è ricoverato in corpo. E cosí istá grande pezza ch ’e’ pare morto, e gli altri magi dimandano questo tramortito della infermitá del malato e perchè egli hae cioè. Quegli risponde[6] ch’egli ha questo perochè fece dispiacere ad alcuno; e gli magi dicono: — Noi li preghiamo che[7] tu gli perdoni, e prendi del suo sangue, sí che tue ti ristori di quello che ti piace. — Se

  1. Pad. * in corpo... (e non vogliono) che la eba plui briga.
  2. Pad. de questo semo * desexi.
  3. Berl. * in boschi... e in montagne.
  4. Pad. ghe porave scanpare ch’el non morisse.
  5. Berl. Pad. i tien uno puoco de legno quadro o tondo, e sfèndelo per mezo, e tien la mitá...; e fano [alguni] do tache o tre, over (piú).
  6. Berl. el tal spirito lo á tocado, che lui li á fato qualche despiaxer.
  7. Berl. che tu i perdoni, che (tu restori el suo) sangue (tolendo quele) altre cose le qual tu vole. — E quando questi medegi àno dito molte cose, pregando el spirito, el quale sono nel corpo di quelo che sono cascado, che li diga se l’amalado dié morire... responde: — Questo amalado á tanto ofeso questo spirito ch’el spirito non vuol perdonar per alguna cason del mondo. — E questa risposta àno queli che (dien) morir. E se l’infermo sono per scanpar...
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