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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:184|3|0]]Egli legono l’una all’altra, e fannola lunga bene trecento passi, e fendonle, e sono piú forti che di canape. Or lasciamo qui, e tornamo a Caigui (Chaigiu).

CXXVII (CXLVIII)

Della cittá di Chiagui (Caigiu).

Caigui è una piccola cittá verso isciroc, e sono idoli, e al Gran Cane, e hanno moneta di carte; e sono in su questo fiume. Qui si ricoglie molto grano e riso, e vanno fino alla gran cittá di Camblau (Cambaluc), per acque, alla corte del Gran Cane: non per mare, ma per fiumi e per laghi. Della biada di questa cittá ne logora gran parte la corte del Gran Cane.[1] E il Gran Cane ha fatto ordinare la via da questa cittá infino a Cablau: ch’egli ha fatto fare fosse larghe e profonde dall’uno fiume all’altro e dall’uno lago all’altro, sí che vi vanno ben grandi

  1. Berl. onde el Gran Can fa tuór queste biade che vien da questa zitade, e fale meter in Canbalun per fossadi grandi e larghi che par uno fiume. E per quello vano le nave con le dite biave dal Mangi infina ala zita de Canbalun.
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