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il milione 171

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:185|3|0]]nave. E cosí vi puote andare per terra, che lungo la via dell’acqua è quella della terra. E in mezzo di questo fiume hae[1] una isola guasta, che v’ha un monistero d’idoli, che v’ha[2] trecento freri. E quivi ha molti idoli; e quest’è capo di molti altri monisteri d’idoli. Or ci partiamo di qu, e passeremo lo fiume: e dirovvi di Cinghiafu.

CXXVIII (CXLIX)

Della cittá chiamata Cinghiafu (Cinghianfu).

Cinghianfu è una cittá dei Magi (Mangi), che si sono come gli altri: sono mercatanti e artefici; cacciagioni e uccellagioni hanno assai, e hanno molta biada e seta, e drappi di seta e d’oro. Quivi hae due chiese di cristiani nestorini, e questo fu negli anni Domini mcclxxviii in qua; e dirovvi perchè[3]. E’ fu vero che in quel tempo vi fu signore per lo Gran Cane un cristiano nestorino bene tre anni, ed ebbe nome Masarchim (Mar Sarghis): e costui le fece fare, e d’allora in qua vi sono istate[4]. Or ci partiamo di qui, e dirovvi d’un ’altra cittá grande, ch’è chiamata Cinghingiu.

  1. Berl. un’isola diputada (dirupada? Fr. de roches).
  2. Pad. dusento munesi.
  3. Berl. * E dicove che avanti i non ave mai monestieri de cristiani, salvo in quella volta.
  4. Berl. * perchè in prima non iera cristiani.
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