Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
il milione | 175 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:189|3|0]] però v’ha tanti ponti per andare per tutta la terra. In questa cittá v’ha dodici arti, cioè d’ogni mestiere una; e ciascuna arte hae dodicimila istazioni, cioè dodicimila case; e in ciascuna bottega hae almeno dieci uomeni, e in tale quindici e in tale venti e in tale trenta e in tale quaranta[1], non tutti maestri, ma discepoli. Questa cittá fornisce molte contrade. E havvi tanti mercatanti e si ricchi e in tanto novero, che non si potrebbono contare, che si credesse. Anche vi dico che tutti li buoni uomeni e le donne e[2] li capi maestri non fanno nulla di loro mano, ma stanno cosí dilicatamente come se fossero re, e le donne[3] come se fossero cose angeliche. Ed evvi uno ordinamento, che niuno puote fare altra arte che fece il padre: se ’l suo valesse centomila bisanti d’oro, non oserebbe fare altro mestiere. Anche vi dico che verso mezzodí hae uno lago che gira bene trenta miglia, e tutto dintorno ha belli palagi e case fatte maravigliosamente, che sono[4] di buoni uomeni gentili; e havvi monisteri e badie d’idoli in grande quantitá. Nel mezzo di questo lago hae due isole: su ciascuna hae un molto bel palagio e ricco, si ben fatto che bene pare palagio d’imperadore. E chi vuole fare nozze o conviti, si ’l fa in questi palagi, e quivi è sempre fornito di vassellamenti e di scodelle e di taglieri e d’altri fornimenti. Nella cittá ha molte belle case e torri di pietra e spesse, ove le persone portano le cose quando s’apprende fuoco nella cittá, che molto ispesso vi s’accende, perchè v’ha molte case di legname[5]. Egliono mangiano tutta carne, cosí di cane come d’altre brutte bestie, e come delle buone: che per cosa del mondo niuno cristiano mangerebbe di quelle bestie ch’egli mangiono. Ancora vi dico che ciascuno de’ dodicimila ponti guarda dieci uomini di di e di notte,[6] perchè niuno fosse ardito di rubellare la cittá. Nel
- ↑ Berl. e non credè che i siano tuti maistri; ma i è omeni che fano i comandamenti di maiestri, e da questa zitade se fornisse molte altre zitade e provinzie.
- ↑ Berl. e maistri de boteghe.
- ↑ Berl. Pad. sono... molto bele, e viveno in gran delizie. — Fr. sunt ausi mout deliès et angelique chouse.
- ↑ Pad. de zentiliomeni.
- ↑ Berl. * la zente dela quale adora le idole, e sono soto la signoria del Gran Can, e spendeno monede de carta.
- ↑ Pad. per guardar la zitá, che niuno non fesse alcuno malefizio, o che...