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194 il milione

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CXXXIX (CLXII)

Della provincia di Ciamba.

Sappiate che, quando l’uomo si parte del porto di Zaiton e navica, verso ponente e[1] alcuna verso gorbi, mille cinquecento miglia, sí si trova una contrada c’ha nome Ciamba, ch’è molto ricca terra e grande, e hanno re per loro, e sono idoli. E fanno trebuto al Gran Cane ciascuno anno venti[2] leofanti, e non gli danno altro: li piú belli che vi si possono trovare, che n’hanno assai. E questo fece conquistare il Gran Cane negli anni Domini mcclxxviii. Or vi dirò dello affare del re e del regno. Sappiate che in quello regno non s’usa maritare niuna bella pulcella, che non convenga prima che il re la pruovi: e s’ella gli piace, sí la si tiene; se no, [3]si la marita a qualche barone. E sí vi dico che negli anni Domini mcclxxxv, secondo ch’io Marco Polo viddi, quel re avea trecentoventísei figlioli tra maschi e femmine, che bene n’avea centocinquanta da portare arme. In quel regno ha molti leonfanti e legno aloe assai, e hanno[4] molto del legno ebano, di che si fanno calamari. Qui non ha

  1. Berl. alcuna cossa verso garbin.
  2. b) Berl. lionfanti: e diròve come questo re date trabuto al Gran Can. Or adevene ch’el Gran Can mandò uno sorastante chiamato Sogato con molti cavalieri e pedoni sopra sto re de Zianban, e comenzò una gran guera a sto reame. Lo re del dito erano antigo (Fr. de grant aajes), e non avea gran possanza de zente comò avea el Gran Can, e non se potea defender; ma i castelli se defendea, perchè i era molto forti: ma tuta la pianura e casali i erano destruti e guasti. E quando questo re vete che questa zente vastava el so reame, ebe gran dolore. E subito mandò suo’ ambasadori al Gran Can, i quali, essendoli davanti, disse: — El nostro re de Zianban ve manda molti saluti como suo signor, e màndave a dire ch’el vol tagnir el suo reame in paxe, e zascadun ano ve voldar (venti) lionfanti per trabuto; e priegave caramente che vui fazate partir el vostro baron con le suo’ zente, le qual vastano el so reame. — Allora el Gran Can rimase contento, e subito feze partir al suo baron con la so zente, i qual guastava el so reame, e mandollo in altra parte. Onde questo re dete per trabuto ogni ano (vinti) lionfanti, li piú belli e mazor che...; e in questo modo questo re romase amigo del Gran Can.
  3. Berl. lo i dá dela pecunia, dela qual ela... E quando misier Marco Polo fo in questa isola da sto re, questo re avea trexentovintisiè fioli.
  4. Berl. molti boschi de ebano... molto negro, e de quelo i fano i caramalli e molte altre cosse.
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