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196 | il milione |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:210|3|0]]molta gran ricchezza. Quivi hae pepe e noce moscade e spigo e galanga e cubebe e garofani e di tutte care ispezie. A questa isola vengono grande quantitá di navi e di mercatanzie, e fannovisi grandi guadagni. Quivi hae tanto tesoro che non si potrebbe contare. Lo Gran Cane non l’ha potuta conquistare per lo pericolo del navicare e della via, sí è lunga. E di questa isola i mercatanti di Zaito e delli Magi n’hanno cavato e cavano gran tesoro. Or andiamo piú innanzi.
CXLI (CLXIV)
Dell’isole di Sodar e Codur (Sondur e Condur).
Quando l’uomo si parte dell’isola di Iava, e va tra mezzodí e garbi settecento miglia, si truova due isole, l’una grande e l’altra piccola, che si chiamano Sodur (Sondur) e Condur. E di qui si parte l’uomo, e va per isciroc da centocinque miglia, e quivi truova una provincia che si chiama Locat (Locac), molto grande e ricca; ed èvvi un grande re, e sono idoli, e non fanno trebuto a niuno, perochè non istanno in luogo che vi si possa andare per malfare;[1] e in questa provincia nasce oro dimestico in grande quantitá. Egli hanno tanto oro che non si potrebbe credere; egli hanno leofanti e cacciagioni e uccellagioni assai. E di questa provincia si portano tutte le porcellane di che si fa le monete di quelle contrade. Altro non v’ha ch’io sappia,[2] peroch’è si mal luogo, che poca gente vi va; e il re medesimo n’è lieto, perochè non vuole che altri sappi lo tesoro ch’egli ha. Or andremo piú oltre, e conterovvi d’altre cose.