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208 il milione

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:222|3|0]]v’hae una cotale usanza: che del tesoro che lascia il re al figliuolo maggiore[1] mai non ne tocca, che dice che nol vuole mancare quello che gli lasciò il suo padre, anzi il vuole accrescere. E ciascuno l’accresce; e l’uno il lascia all’altro, e per ciò è questo re cosí ricco. Ancora vi dico che in questo reame non vi nascono cavagli, e perciò tutta la rendita loro consumano pure in cavagli. E dirovvi come i mercatanti di Quisai (Quis) e di Far (Dofar) (e di Hormes) e di Ser (Soer) e di Dan (Aden)[2] (queste provincie hanno molti cavagli), e questi mercatanti empiono le navi di questi cavagli, e portangli a questi cinque re che sono frategli, e vendono l’uno bene cinquecento saggi d’oro, che vagliono piue di cento marchi d’ariento. E questo re ne compera ogni anno duemila o piú, e i fratelli altrettanti. Di capo dell’anno tutti son morti, perchè non v’ha maniscalco veruno, sí che non gli sanno governare; e questi mercatanti non ve ne menano veruno, perciochè vogliono prima che tutti questi cavagli muoiano, per guadagnare. Ancora v’ha cotale usanza: quando alcuno uomo hae fatto malificio veruno, ch’egli debbia perdere la persona, e quel cotale uomo dice che si vuole uccidere egli stesso per amore e per onore di cotale idolo; e il re gli dice che bene gli piace. Allotta gli parenti e gli amici di questo cotale malfattore lo pigliano e pongonlo in su una carretta; e dánnogli bene dodici coltella, e portanlo per tutta la terra, e vanno dicendo: — Questo cotale prode uomo — [dicendo ad alta bocie] — egli si va ad uccidere egli medesimo per amore del cotale idolo. — E quando sono al luogo ove si de’ fare la giustizia, colui che dee morire piglia un coltello, e grida ad alta bocie: — Io muoro per amore di cotale idolo. — Quando hae detto questo, egli si fiede del coltello per mezzo il braccio, e poi piglia l’altro e dássi nell’altro braccio, e

  1. Berl. i fioli i qual suzedeno non toca alguna cossa de quello, e dixeno: — Io ò tuto el reame e la zente de mio padre; io me posso ben precurar comò el fa’ lui. — E per questo modo i non toca el so tesoro che i àno.
  2. La parentesi è nel testo.
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