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210 | il milione |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:224|3|0]] femmine ogni dí si lavano due volte tutto il corpo, la mattina e la sera; e mai non mangierebbono se questo prima non avessero fatto, nè non berebbono. E chi questo non facesse è tenuto come sono tra noi i paterini. E in questa provincia si fa grande giustizia di quegli che fanno micido o che imbolino, e d’ogni malificio.[1] E chi è bevitore di vino non è ricevuto a testimonianza per l’ebrezza, e ancora chi va per mare[2] dicono ch’è disperato. E sappiate ch’egliono non tengono a peccato niuna lussuria. E v’ha sí gran caldo ch’è maraviglia; e vanno ignudi; e non vi piove se no tre mesi dell’anno, giugno e luglio e agosto; e, se non fosse questa acqua che rinfresca l’aiere, e’ vi sarebbe tanto caldo che niuno vi camperebbe. Quivi hae[3] molti savi uomeni di filosafia, cioè di quella che fa conoscere gli uomeni alla vista. Egli guatano ad agúre piú che uomeni del mondo, e piú ne sanno,[4] che molte volte tornano a dietro di loro viaggio per uno istarnuto o per una vista d’uccello. E di tutti i loro fanciulli, quando nascono,[5] iscrivono il punto e la pianeta che regnava quando nacque, perciochè v’ha molti astrologi e indovini.[6] E sappiate che per tutta l’India li loro uccelli sono divisati da’ nostri, salvo la quaglia e li vilpristrelli: egli vi sono grandi come astori, tutti neri come carboni. E danno agli cavagli carne cotta con riso e molte altre cose cotte. Qui ha molti monisteri d’idoli,[7] e havvi molte donzelle [e fanciulli] offerti da loro padri e da loro madri per alcuna cagione. E il signore del monistero, quando vuole fare alcuno sollazzo agli idoli, si richeggiono questi offerti; ed egli sono tenuti d’andarvi, e quivi ballano e trescano e fanno gran festa. Queste sono molte donzelle; e piú volte queste donzelle portano da mangiare a questi idoli, ove sono offerte: e pongono la tavola dinanzi agli idoli, e pongonvi suso vivande, e lascianlevi istare suso una
- ↑ Pad. In questa contrá se guarda la gran parte de bever vino; e quelli che...
- ↑ Berl. perchè i dixeno che colui che va per mare è desperado, e però non val le suo’ testimonianze.
- ↑ Pad. Berl. molti che sano filosofia, che sono a cognosser i omeni se sono boni o cativi; e cussi le femene...; e che significa inscontrarse in oseli over in bestie.
- ↑ Berl. perchè, (se) algun va in algun luogo, e olde (che) alguni (starnua) e par ch’el sia bon per lui, el va piú avanti, e s’elo non i par ch’el sia bon, subito el se mete a sedere, e molte volte el torna indriedo.
- ↑ Berl. subito el padre over la madre fa scrivere el dì dela so nasion, el mese e la luna...
- ↑ Berl. Pad. E sapiè che per tuto questo reame e per tuta l’India sono bestie e oxeli..., ezeto la quaia, simele ala nostra. Ma tutte le altre cosse sono diverse dale nostre; e ’l ghe n’è balbastreli grandi comò sono astori; (e àno ostori) negri come corbi, e sono molto mazor: e vola ben e oxelano ben.
- ↑ Berl. ale qual molte damixele se ofereno a questo muodo: perchè i pari e le mare ofereno quele ale idole, e piú i piaxe quante volte al dì è oferte. Quelle tante volte el munego de quel monestier rechiere quelle che le vegna a solazar ale idole, subito vien cantando e sonando, e fano gran festa con queste damiselle, le qual sono in gran quantitade.