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10 | il milione |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:24|3|0]] Cane. Data la sua benedizione a questi cinque, cioè agli due frati e agli due fratelli e a Marco figliuolo di messer Niccolò, partironsi da Acri e vennoro a Layas. Come quivi furono giunti, uno che avea nome Bondoc Daire (Bendocquedar), soldano di Bambellonia,[1] venne con grande oste sopra quella contrada, e facciendo grande guerra. Per la qual cosa li due frati ebbero paura di andare piue innanzi, e diedero le carte e brivilegi agli due fratelli, e non andarono piú oltre: e andaronsene[2] al signore del tempio quegli due frati.
VIII (XIV)
Come gli due fratelli vengono alla cittá di Clemenfu (Chemenfu), ov’è lo Gran Cane.
Messer Niccolò e messer Matteo e Marco figliuolo di messer Niccolò si missono ad andare, tanto che funno giunti lá ov’era il Gran Cane, ch’era inn’una cittá che ha nome Clemeinsu, cittade molto ricca e grande. Quello che trovarono nel camino non si conta ora, perocchè si conterá innanzi. E penarono ad andare tre anni, per lo mal tempo e per gli fiumi, ch’erano grandi e di verno e di state, sicchè non poterono cavalcare. E quando il Gran Cane seppe che gli due fratelli venivano, egli ne menò grande gioia, e mandò loro messo incontro, bene quaranta giornate; e molto furono serviti e onorati.