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il milione | 241 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:255|3|0]] lance e con ispade e con pietre, e sono molte[1] crudele battaglie le loro. E quando vogliono menare leonfanti alla battaglia, si danno loro bere molto vino, e vannovi piú volentieri, e sono piú orgogliosi e piú fieri. Qui sì non ho altro da dire. Dirovvi ancora alcuna cosa dell’India; che sappiate che io non v’ho detto dell’India se non dell’isole maggiori e le piú nobili e le migliori, che a contarle tutte sarebbe gran mena: chè,[2] secondo che dicono gli savi marinai che vanno per l’India e secondo che si truova iscritto, l’isole dell’India, tra l’abitate e non abitate, sono dodicimila cinquecento. Or lasciamo dell’India maggiore, ch’è da Mabar (Maabar) infino a Chesmancora, che sono dodici reami grandissimi, de’ quali n’avemo contati[3] di nove; e sappiate che India minore si è di Chimba (Ciamba) infino a Montifi (Mutfili), che v’ha otto grandi reami; e sappiate ch’io non v’ho detto di quelli dell’isole, che sono ancora grande quantitá di reami. Udirete della mezzana India, la quale è chiamata Nabasce (Abasce).