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36 | il milione |
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XXXI (XLI-XLIII)
Del veglio della montagna, e come fece il paradiso, e gli assessini.
Milice (Mulchet) è una contrada dove il veglio della montagna soleva dimorare anticamente. Or vi conteremo l’affare, secondo [1] che messer Marco intese da piú uomini. Lo veglio[2] è chiamato in lor lingua Aloodyn (Aloadin). Egli avea fatto fare fra due montagne in una valle lo piú bello giardino e ’l piú grande del mondo; quivi[3] avea tutti frutti e li piú belli palagi del mondo, tutti dipinti ad oro e a bestie e a uccelli. Quivi era condotti: per tale veniva acqua, e per tale mèle e per tale vino. Quivi era[4] donzelli e donzelle, gli piú belli del mondo e che meglio sapevano cantare e sonare e ballare; e faceva Io veglio credere a costoro che quello era lo paradiso. E per ciò il fece,[5] perchè Malcometto disse che chi andasse in paradiso avrebbe di belle femmine tante quante volesse, e quivi troverebbe fiumi di latte e di miele e di vino[6]; e perciò lo fece simile a quello che avea detto Malcometto. E gli saracini di quella contrada credevano veramente che quello fosse lo paradiso; e in questo giardino non entrava se non colui cui egli voleva fare assassino. All’entrata del giardino avea un castello sí forte, che non temeva niuno uomo del mondo[7]. Lo veglio teneva in sua corte tutti giovani di dodici anni, li quali li paressono da diventare prodi uomini. Quando lo veglio ne faceva mettere nel giardino, a quattro, a dieci, a venti[8], egli faceva loro dare bere oppio, e quegli dormivano bene tre dí; e facevagli portare nel giardino, e al tempo gli faceva isvegliare. Quando gli giovani si svegliavano, egli si trovavano lá entro e vedevano tutte queste cose, veramente si credevano essere in paradiso.
- ↑ Pad. Ricc. che io meser Marco intixi...
- ↑ Pad. era...
- ↑ Pad. era abondanzia d’ogni delicato fruto.
- ↑ Pad. done e donzelle... le quai saveano tute sonare tuti i strumenti e ballare e cantare tropo delicatamente e meglio che altre femene del mondo.
- ↑ Cas. azò che la soa gente, che eno saraxini, credeseno ch’el fose lo paradiso. Maometo dise...
- ↑ Cas.* e de aqua.
- ↑ Pad. Cas. e negun podeva intrar innel zardino per altra via se non per quel castello. Lo vechio tegniva in soa corte (tuti i) zoveni da XII ani fina a vinti ani, li quali aveano vista d’eser boni per arme. Quelli zoveni aldivano spesse fiate lèzere la leze de Macometo, ove lui disse comò lo paradiso è fato; e si credeano questi zoveni fermamente.
- ↑ Pad. segondo come lo volea. El ghe feva dar una bevanda per la quale egli se adormentavano...