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56 il milione

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:70|3|0]] rimane colla moglie e fa con lei quello che vuole, come fosse sua moglie, e istanno in grandi sollazzi: e tutti quelli di quella provincia sono[1] bozzi delle loro moglie, ma nol si tengono a vergogna. Le loro donne sono belle e gioiose e molte allegre di quella usanza. Ora venne che al tempo di Mogu (Mangu) Cane, signore di tarteri,[2] sappiendo che tutti gli uomeni di questa provincia facevano avolterare le donne loro a’ forestieri, incontanente comandò che niuno dovesse albergare niuno forestiere e che non dovesse avolterare loro donne. Quando quelli di Camul ebboro questo comandamento, furono molto tristi, e feciono consiglio e mandarono al signore un gran presente. E mandarongli pregando che lasciasse fare loro la loro usanza e degli loro antichi, perochè i loro idoli l’avevano molto per bene, e per quello lo loro bene della terra è molto multiplicato, E quando Mogu Cane intese queste parole, rispuose: — Quando volete vostra onta e vergogna, e voi l’abbiate. — [3] E tuttavia mantengono questa usanza. Or lasciamo di Camul, e diremo d’altre provincie tra maestro e tramontana.

XLVIII (lx)

Di Chingitalas (Chingintalas).

Chingitalas è una provincia che ancora è presso al diserto, tra maestro e tramontana; ed è grande[4] sei giornate, ed è del Gran Cane. Quivi hae cittá e castella assai; quivi hae tre

  1. Fr. aimi (cioè: auni).
  2. Ricc. li omeni de Camul li foni denunciati de questa disconza cossa; e ’l re i mandò a dir che i non doveseno...
  3. Pad.* E si revocò el comandamento.
  4. Pad. sedexe.
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