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il milione 73

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:87|3|0]] il Gran Cane vuole di quegli falconi, manda a quella montagna; e all’isole di quel mare nascono i girfalchi. E si vi dico che questo luogo è tanto verso la tramontana, che la tramontana rimane a dietro verso mezzodie. E di quegli girfalchi v’ha tanti, che ’l Gran Cane n’ha quant’egli ne vuole;[1] e quegli che portano questi girfalchi al Gran Cane e agli signori del Levante, cioè ad Argo e agli altri, sono gli tarteri. Or v’abbiamo contato tutti gli fatti delle provincie della tramontana infino al mare occeano: oggi mai vi conteremo d’altre provincie, e ritorneremo al Gran Cane, e ritorneremo a una provincia che abbiamo iscritta in nostro libro, che ha nome Campitui (Campiciu).

LX (LXXII)

Del reame di Erguil (Erguiul).

E quando l’uomo si parte di questo Campituy (Campiciu) ch’io ho contato, l’uomo vae cinque giornate per luogo ov’hae molti ispiriti, e odegli l’uomo la notte parlare nell’aere piú volte. A capo di queste cinque giornate, l’uomo trova un reame, lo quale ha nome Ercuil ed è al Gran Cane, ed è della gran provincia di Tangut, che hae piú reami. Le genti sono idoli, e cristiani nestorini, e di quegli che adorano Malcometto. E v’ha cittadi assai: la mastra cittade ha nome Ergigul. E uscendo di questa cittá e andando verso Catay, truovasi una cittá c’ha

  1. Pad.* Ancor ve digo che i cavalcano i zervi. Egli ano costumi di tartari.
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