< Pagina:Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

il milione 79

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:93|3|0]]fare pigliare alcuna di queste bestie, lascia andare lo leopardo, e lo leopardo la piglia, e egli la fa dare a’ suoi girfalchi che tiene in muda: e questo fa per suo diletto. Sappiate che ’l Gran Cane ha fatto fare in mezzo di questo prato un palagio di canne, ma è tutto dentro innorato, ed èe lavorato molto sottilmente a bestie e a uccelli innorati: la copertura è di canne vernicate,[1] e commesse sí bene, che aqua non vi puote entrare. Sappiate che quelle canne sono grosse piú di tre palmi o quattro, e sono lunghe da dieci passi infino in quindici,[2] e tagliansi al nodo e per lungo, e sono fatte come tegoli, sí che si può bene coprire la casa. E hallo fatto fare sí ordinatamente ch’egli il fa disfare qualunque otta egli vuole, e fallo sostenere a piú di dugento corde di seta. E sappiate che tre mesi dell’anno istae in questo palagio lo Gran Cane, cioè giugno e luglio ed agosto, e questo fa perchè v’ha caldo. E questi tre mesi istá fatto questo palagio, gli altri mesi dell’anno istá disfatto e riposto, e puollo fare e disfare a suo volere. E quando e’ viene a’ ventotto dí di agosto, lo Gran Cane si parte di questo palagio, e dirovvi la cagione. Egli è vero ch’egli hae una generazione di cavagli bianchi e di giumente bianche come neve, senza niuno altro colore; e sono in quantitá di bene diecimilia giumente; e lo latte di queste giumente bianche non può bere ninna persona, se non di schiatta imperiale. Bene un’altra generazione di genti[3] chiamata [Buat o] Oriat (Horiad), che ne possono bere per grazia di Cinghi lo Gran Cane, che ’l concedette loro per una battaglia che vinsero con lui. E[4] quando queste bestie vanno pascendo, egli è fatto loro tanto onore, che non n’è si gran barone che passasse per queste bestie, per non iscioperarle del pascere, che non si cansi. E gli stronomi e gl’idoli hanno detto al Gran Cane che di questo latte si

  1. Ricc. sí fortemente e sí ben incavilate che aqua no le pò nòxere.
  2. Pad. El se taia al nodo, e pò se sfende per mezo zascadun; de cotai copi áno coperte le case.
  3. Pad. apelata Oriach.
  4. Pad. quando paseno per alcuna via... niuno passera ve fina a tanto che tute quelle bestie non aveseno pasato.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.