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il milione | 81 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu{{padleft:95|3|0]] una piccola cittá che hae uno monistero che hanno piue di dugento monaci, e vestonsi piú onestamente che tutta l’altra gente. Egli fanno le loro feste le maggiori agl’idoli del mondo, cogli maggiori canti e cogli maggiori alluminari. Ancora v’ha un’altra maniera di religiosi, detti «sensin», che fanno cosí aspra vita, come io vi conterò. Egli mai non mangiano altro che crusca di grano, e fannola istare in molle nell’acqua calda un poco, e poscia [la menano] e mangianla.[1] E quasi tutto l’anno digiunano, e[2] molti idoli hanno, e molto istanno in orazioni, e talvolta adorano lo fuoco. E quelle altre regole dicono di costoro che sono paterini. Altra maniera v’ha di monaci, che pigliano moglie e hanno figliuoli assai; e questi vestono d’altri vestimenti che gli altri, sí che vi dico che grande differenza ha dall’una maniera all’altra sí di vita e sí di vestimenta; e di questo v’hae, che tutti loro idoli hanno nome di femmina. Or ci partiamo di qui, e conterovvi del grandissimo signore di tutti gli tarteri, cioè lo nobile Gran Cane che Coblay è chiamato.