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De paga al mascaree fin ch’el sta dent
Cioè a tutt sabet grass comodament ;
L’ultema fínalment,

Quella d’ave daa el nas in don poetta
Che spante ga sto fatt con la trombetta.

24.

SONITT ALL’ABBAA GIAVAN[1]

(1816).

Questo nomignolo vela il nome del piacentino abate Pietro Giordani, ottimo letterato, ma acre e pedante. Al comparire del primo volume della Collezione delle migliori opere scritte irx dialetto milanese (Piroita, 1816. 12 volumi in 16') stampò che esso non conteneva che Inezie e inutilitá, atte a mantenere il popolo nella tua grossezza e trivialitá, e che ad ogni modo dodici volumi erano troppi, e danneggiavano la gloria letteraria di Milano. Dei tredici sonetti polemici che il Porta, sdegnato, tcrÌMe contro il Giordani, pubblichiamo i cinque ritenuti migliori.

Se on viaggiator el se fudèss propost
De descriv on paes, puta Milan,
E che appenna rivaa al Boroh di Ortolan
El fermass la caroccia in del prim ost ;

E che lá, senza mai moeuves de post,
El scrivess ciò triff tiaff roba de can
Contra i faboregh[2], i donn, el ciel, el pian,
I costumm e el savè del popol nost;

Costú, domandi mi, saravel somm[3],
Fatov, malign, tambèrla, malcreaa,
Birbon, canaja, bestia, oppur on omm?

Ohibò! el sarav fradell de íjuell’Abaa
Che in grazia che noi pò capí on prim tomm,
El ne strapazza vundes nanmò faa.

  1. Nelle prime edizioni veniva indicato come ahóa giavotí un anoríimo giornalisla invece del Giordani e ciò si crede per l’oppoaizione della Censura austriaca. (Nota transclusa da pagina 323)
  2. fabbregh: case, palazzi. (Nota transclusa da pagina 323)
  3. somm: scemo. (Nota transclusa da pagina 323)
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