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BRINDES DE MENEGHIN A L’OSTARIA
PER L’ENTRATA IN MILANO DI
FRANCESCO I E Di MARIA LUISA[1]
(31 Dicembre 1815)
Alto allon, trinche vain, trinche vain!
Portee sciá mezz e zain[2] — e peston[3],
Trinche vain, trinche vain, prest, allon!
Mi denanz de mia trippa voUer
D’ogni sort de caraff, de biccier,
Mi voller metter surba[4] in vassell,
E vodara cantina a Perell![5]
Ah che bev! Ah che bev che vuj fa,
Vuj sgonfíamm,
Vuj negamm — vuj s’cioppá,
Vuj scarpamm[6],
Sgarbellamm[7] — col canta,
- ↑ Sotto l’aUegoría dei diversi vini, dei quali è fatta parola in questo ditirambo, si adombravano i piú distinti fra i concittadini, i cui poderi allora
primeggiavano in quei luoghi ove raccoglievansi i vini medesimi.
Il Poeta dacché la costituzione del Regno Lombardo-Veneto chiudeva definitivamente il periodo della dominazione francese, in questo brindisi inneggiante alla pace ed alla coppia imperiale, dá libero sfogo alla sua letizia, giustificata dalle precedenti disillusioni per la prepotenza dei francesi, che fu tanta da meritare che il Porta, alla loro partenza (aprile 1814) scrivesse essere il popolo milanese ridotto al punto" De podè nane vess indifferent
Sulla scerna del boja che ne scanna ". - ↑ mezz e zain: mezzette e piccoli boccali. (Nota transclusa da pagina 349)
- ↑ peston: bottiglioni. (Nota transclusa da pagina 349)
- ↑ turba: sifone. (Nota transclusa da pagina 349)
- ↑ Perdi: rinomato vinajo giá ricordato nel brinditi precedente. (Nota transclusa da pagina 349)
- ↑ Karpamm: stracciarmi. (Nota transclusa da pagina 349)
- ↑ tgarbellamm: spellarmi la gola. (Nota transclusa da pagina 349)
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