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Vun spua, l’olter tossiss; vun l’è manesch,
L’olter rabbiaa; chi è franzes, chi è todesch;
A ritrai tucc stoo fresch;
Ma a San Michee se spazza, e se fa prátega
De trova cá da on maester de grammatega[1].
NOTE.
1) La data di questo sonetto non può essere dubbia, dopo le ricerche d’archivio fatte dall’avv. Madini (v. // Palazzo Spinola, ecc., pag. 121) dalle quali risulta che il 21 giugno 1818 venne stabilito dai soci del Giardino l’acquisto di una Sede propria in Via S. Paolo, IO, dove si trasferirono al 29 settembre successivo. Il Madini (I. e, pag. 97 seg.), ha identificato i locali sociali (qui descritti dal Poeta) cioè quelli della Sede in via Clerici n. 2, giá Casa Sangiuliani.
2) ves’cios: di viscidurae.
3) Simonna: né il Cherubini, né i commentatori danno una chiara spiegazione di questo nome che ricorre parecchie volte. Forse piú che a una " macchietta " milanese del tempo, si può pensare a un personaggio da fiabe infantili, o da teatro dei piccoli, allora di voga; mago, spauracchio, fantasma, stregone, che come la veggio Rampino, la motta Biraga, Raoetta, hanno lontane origini storiche, conservate, senza rammentarne la ragione, nelle tradizioni popolari, Simonná, come verbo, significa appunto far moine, far malie, allettamenti. Da qualche vecchia ambrosiana, nel vezzeggiare una bambina, si può ancora oggi sentir dire: "te set ona gran Simonná" per dire "una gran strega". Simonna compare una volta accoppiato col nome Miggia : quello il personaggio fantastico, questo forse il burlesco; e di questo nome, corrotto, rimane traccia nell’attuale gergo " Biggia el cappellee " per dire " qualunque minchione ".
4) Ombretta: giuoco spagnuolo, che il Cherubini (Vocabol. Mil.-Ital., voce " giugá ") ai suoi tempi, 1814, diceva " conosciutissimo " e pel quale servivano le carte di tarocchi.
- ↑ Nella casa della nuova Sede Sociale, in via S. Paolo, giá da tempo
esisteva la scuola Patru Fumagalli. (Vedi MADINI, I. e, pag. 98).