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XXXVIII.
MEMORIE BOLOGNESI[1]
A Giovanni Vigna Dal Ferro.
IGNA, nel mio cortil nereggia un fico,
L’albero sarto del gran padre Adamo;
Io pranzo all’ombra de’ suoi rami e dico:
4— Vecchia Bologna, t’amo!
- ↑ Questa poesia diretta a G. Vigna Dal Ferro, ora nell’America del Nord, dove fu segretario della Commissione Italiana per l’Esposizione di Filadelfia, è la sola di argomento esclusivamente bolognese che ci permettiamo di inserire in questa raccolta. Ai non bolognesi che non conoscono il Nettuno del Giambologna che il popolino chiama il gigante ed ignorano le ombre della Villa Reale di S. Michele in Bosco, non sarà inutile il dire che Sant’Isaia e Via Toschi sono due strade bolognesi: che il Caffè delle Scienze possedeva una fioraia arrivata alla celebrità per aver rappresentato la moglie di un Lucumone Etrusco in una ma-
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