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  T’amo, del senno antico antica madre
E un tesoro d’affetti in cor rinchiudo
Per le tue donne dalle occhiate ladre,
  8Pel tuo gigante nudo.

  O San Michele, anch’io ci son passato
Per le tue strade solitarie e belle
E mi scorgeva un luccicar velato
  12Di lucciole e di stelle

  Nell’ora queta in cui l’odor de’ prati
Umido sal da’ tuoi valloni foschi,
Nell’ora in cui le serve ed i soldati
  16Spariscon ne’ tuoi boschi.

[1]

  1. mascherata; che in piazza della Pace nei venerdì sera d’estate la banda musicale cittadina rallegrava il numeroso pubblico co’ suoi concerti. In quell’epoca fanatizzavano i brani dell’opera i Goti del Gobatti, così ingegnosamente difesi dall’illustre critico Enrico Panzacchi. Quanto al biondo Ottone è un buon birraio vürtemberghese, biondo così così, poichè l’emistichio è rubato al Carducci, e che vende la birra di Vienna appunto in piazza della Pace. — Le spiegazioni sono lunghe, ma volendo inserire la poesia, già stampata nel giornale bolognese la Patria, allora diretto dal Vigna Dal Ferro, erano troppo necessarie.
    O. G.
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