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ammirabile per disciplina, quanto per valore? In quell’esercito che annovera ora nelle sue file i migliori capi di Garibaldi, fatti volontariamente ubbidienti alla legge comune?
La rivoluzione c’è in Italia; ma lo dirò io dove sta! Sta nella Curia Romana; che ne mantenne, e ne manterrà sempre il fomite finchè non si voglia aprir gli occhi, vedere la verità, ed applicare il rimedio dov’è il male, invece d’applicarlo ove non esiste.
XXI.
La forma da darsi a questo stabilimento del Papato libero ed indipendente dai legami temporali, in mezzo ad un’Italia libera ed indipendente anch’essa dall’oppressione teocratica, non lo credo argomento da trattarsi in queste brevi pagine.
Se è difficile quella nuova sistemazione, non la credo però impossibile a trovarsi.
Ne diedi un cenno in una mia pubblicazione, l’anno scorso; d’allora in qua, non è accaduto cosa, che mi abbia indotto a modificare notabilmente le mie idee.
Potrebbe un alto dominio essere conservato al Papa su Roma; dominio equivalente a quello che la Francia gli offriva sulle Romagne quando ne voleva assegnare il Vicariato a Vittorio Emanuele; dominio, lo dichiaro apertamente, che dovrebbe essere esclusivamente titolo onorifico, ed assicurare al Papa il grado di principe, e la prerogativa sovrana della inviolabilità.
Roma esser dichiarata città libera e retta da un Senato eletto da cittadini. Questi, investiti di tutti i diritti d’ogni altro cittadino Italiano.