< Pagina:Rime di Argia Sbolenfi.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

LA CAPRETTA


Florentem cytisum sequitur lasciva capella.
Virg. Ecl. II, 64     



Quando trovo qualcun che me la mena,
  La mia capretta, a pascolar sul monte,
  Tutta la sento di dolcezza piena
  5Guizzar pel gusto che le brilla in fronte:

E se poi qualchedun me la rimena,
  Corro tosto a lavarla ad una fonte,
  Indi l’asciugo, e non è asciutta appena
  9Che a trastullarsi ancor le voglie ha pronte.

Sempre sana e piacente, al caldo e al gelo
  Va intorno e cogli scherzi altrui diletta,
  12Tanto la tenni e l’educai con zelo.

Eccola qui che una carezza aspetta,
  Fresca, pulita e non le pute il pelo...
  15Dite, chi vuol baciar la mia capretta?

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.