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SI DESCRIVE UN TEMPORALE NEL DESERTO



Che veggo? Che miro? Rimbomba già il tuono!
  Il tempo mi pare che faccia da buono!
  3Ahi, miser chi a casa scordato ha l’ombrel!
La grandine è grossa che pare una noce
  E omai per vederci nel scuro feroce
  6Accender fa d’uopo frequenti candel.

Che veggo? Che miro? Un giovin garzone
  Che solo soletto traversa il ciclone
  9E par che non curi dell’acqua il piombar!
Ah, certo tra i lampi lo guida l’amore!
  Mel dice la speme che m’arde nel core!
  12Ah, certo quell’uomo mi viene a sposar!

Deh, frena il furore, fa un poco più adagio,
  Che tu nol rovini, mio buon nubifragio!
  15Deh, fa che non giunga bagnato al mio sen!
Che veggo? Che miro? Ah, cruda mia stella!
  M’illuse la speme, ho fatto padella![1]
  18Egli era il Questore, non era il mio ben!!

  1. Prendere un granchio: Decapodus brachiurus Linn.
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