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32 rime di

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«Oh!» — lei dice — «Mo bravo Titirino!
  Non sai chi sposo? Ah son tanto felice
  57Che a momenti mi viene uno smalvino![1]

Fra pochi giorni sono Imperatrice!
  Sei venuto a veder la tua sovrana?
  60Ti farò ricco, e sai chi te lo dice!

A tua moglie ci pago una collana,
  E con l’acqua di Felsina all’armento
  63Fin da quest’oggi laverai la lana.

Farò indorar le vacche ed il giumento,
  Ti selcierò la stalla di brillanti,
  66E l’aldamara[2] tua sarà d’argento.

Or vanne Titirino, e quei birbanti
  Che tempo addietro mi credevan pazza,
  69Crepino d’accidenti tutti quanti.

Vanne a Bologna, sta contento e sguazza,
  Che in compenso del latte che m’hai dato,
  72Io ti farò più ricco di Cavazza!»[3]

Io dico grazia! vado, e sul mercato
  Da un buon amico mio, sessanta lire
  75Al sessanta per cento, ho ritrovato;

  1. Che Dio ci liberi e scampi tutti! È un accidente.
  2. Concimaia.
  3. Il Conte Felice Gavazza, banchiere, riputato per uno dei più ricchi bolognesi.
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