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LA SELEZIONE NATURALE.
Il concetto fondamentale della teoria della discendenza è oggi ammesso da tutti gli studiosi, e nessun zoologo o botanico contesta che il mondo degli animali e delle piante abbia subito grandi trasformazioni nel corso delle età geologiche, e che gli organismi più sviluppati abbiano avuto origine dagli esseri vitali inferiori, attraverso una evoluzione graduale; i fatti della paleontologia lo dimostrano, del resto, in modo affatto evidente, per molte classi del regno animale e vegetale.
Coloro soltanto che sono soggetti alla fede dogmatica della chiesa tentano ancora di opporsi a una tale concezione scientifica e continuano a rimanere attaccati al racconto biblico della creazione. Ma nell'ambiente scientifico la teoria della discendenza si è ormai affermata stabilmente, e con essa, per conseguenza, anche la persuasione, che l’uomo stesso non sia stato originato da un unico atto creativo, ma sia uscito dal gruppo di tutti gli altri animali per via d’una evoluzione graduale.
Un accordo simile non esiste invece per quanto concerne la dottrina della selezione naturale; poichè parecchi scienziati attribuiscono alla teoria della selezione il massimo valore, e altri le riconoscono soltanto una importanza minima, o ne contestano persino l’ammissibilità[1].
È noto come la dottrina della selezione sia stata introdotta nella scienza da Carlo Darwin, mentre il concetto fon-
- ↑ Nel mio scritto Sullo stato attuale della dottrina della discendenza nella Zoologia (Jena 1902) ho raccolto i giudizi espressi in proposito da diversi zoologi (pagg. 35-43).