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94 rivista di scienza

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:104|3|0]]al fine della costituzione degli animali, ma piuttosto tendono a far derivare tutto ciò da una una teleologia trascendentale o dalla creazione divina.

Ma, contro la teoria della selezione, si sono accampate delle obiezioni anche di natura scientifica, che non si potrebbero trascurare così facilmente[1].

Alcuni naturalisti (p. e. il Naegeli) hanno affermato, che il mondo animale e vegetale si trasformano per cause interiori (ossia per motivi sconosciuti), e che la selezione naturale non vi ha nessuna parte. Ma, stando da questo punto di vista, non ci è dato di spiegare la conformità allo scopo della costituzione animale, nè si può capire perchè tanti animali siano così meravigliosamente adatti alle condizioni particolari della loro vita. Per es. rimane senza spiegazione, come dal tronco dei mammiferi si siano potuti sviluppare due ordini di animali nuotanti, i pinnipedi (foche) e i cetacei (delfini e balene), così stupendamente atti al regime di vita acquatico. Parimente resta inspiegabile, come nelle regioni polari ci siano molte specie di mammiferi e di uccelli bianchi, mentre sotto i tropici non se ne trovano quasi mai. Se invece ci si pone dal punto di vista della teoria della selezione, si capisce che tutte le specie animali viventi devono essere adattate fino a un certo punto alle condizioni della loro vita, e che quelle specie la cui costituzione non corrisponde alle condizioni dell’ambiente periscono.

Si comprende allora come, p. e., nelle regioni polari possano vivere soltanto quegli animali, che in inverno assumono il colore bianco e così possono più facilmente sfuggire ai loro nemici, o, se sono animali di rapina, meglio avvicinarsi alla preda. Quanto più una proprietà è utile, tanto più facilmente la si può spiegare con la teoria della selezione.

Se si ammette che le specie varino per cause interne (ossia sconosciute), non bisogna però rinunziare all’azione della selezione. P. es. Hugo de Vries ritiene che le specie si trasformino a salti (per mezzo delle così dette Mutazioni), che cioè si formino ad un tratto per motivi sconosciuti nuove specie, che si discostano in modo notevole dalla forma originaria.

  1. La confutazione migliore e più completa delle obiezioni, dirette contro la teoria della selezione, si trova nel libro di L. Plate: Sulla importanza del principio darwinistico della selezione. Lipsia 1903.
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