< Pagina:Rivista di Scienza - Vol. I.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
102 rivista di scienza

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:112|3|0]]Seneuil poichè «queste leggi sono indipendenti dalla volontà degl’individui, proprio come quelle che regolano la circolazione del sangue». Della seconda, rispondono i socialisti della cattedra, poichè la produzione, la repartizione e il consumo sono regolati dalla volontà degli individui e dalle prescrizioni del legislatore. La grande differenza è che nelle leggi naturali le forze operanti sfuggono alla nostra azione, mentre nei fenomeni economici la forza in giuoco è quella dell’uomo, e l’uomo è un agente libero, che può esser modificato nel suo fondo stesso e a maggior ragione nelle sue manifestazioni esteriori da idee, da credenze, da leggi, da istituzioni[1].

Ma se, ammettendo delle leggi naturali nel campo economico, si veniva a dare all’Economia Politica un rigore ed un’esattezza, a cui essa assolutamente non può aspirare[2], d’altro lato, considerando le leggi economiche come equivalenti alle misure legislative stabilite dall’uomo, si veniva a rinunziare ad ogni possibilità di avere una scienza dei fenomeni economici. Ora che questi sieno sottomessi a leggi, non può esser messo in dubbio da alcuno, ma non è vero che le leggi economiche abbiano gli stessi caratteri delle leggi di natura.

Le leggi di natura sono leggi che valgono assolutamente e senza eccezioni per tutto ciò che è materia, che regolano dall’eternità, immutate e immutabili, i processi fisici dell’universo, e che non concedono libertà o indipendenza a tutto ciò che è sottoposto ad esse. Le leggi economiche, invece, si riferiscono ad esseri liberi e dotati di ragione, che hanno la possibilità di scegliere tra più fini ugualmente realizzabili; esprimono la tendenza, che hanno in generale certe forze psichiche a produrre dati effetti; non valgono per tutti gli nomini, nè per tutti i luoghi, nè per tutti i tempi; non sono assolute, inecezionabili, eterne. Certo anche l’economia sociale deve prendere in considerazione le leggi naturali del mondo

  1. E. De Laveleye - Les lois naturelles et l’objet de l’Économie politique. Paris, 1888, p. 10.
  2. Molto giustamente distingue il Menger le leggi di natura dalle leggi psicologiche, sociali ed economiche, secondo la specie dei fenomeni a cui si riferiscono, e soggiunge che non si può parlare di leggi naturali economiche, giacchè le leggi di natura concernono soltanto i fenomeni naturali. — C. Menger - Untersuchungen über die Methode der Socialwissenschaften. Leipzig, 1883, p. 243-4.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.