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il carattere delle leggi economiche 107

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:117|3|0]]sempre prevalere nel corso generale delle cose, quantunque possano non esser validi nei casi particolari»[1]. Anche Smith parla sempre di principî, quando vuol significare verità generali, e non di leggi. Malthus, invece, chiama legge il principio di popolazione, ma usa la parola in senso fisico; e la retorica di Burke che dichiara leggi di natura e per ciò leggi di Dio le «leggi del commercio», non può considerarsi come linguaggio da economista. Forse il primo uso del termine, da parte di un economista, nel significato che si dà ora all’espressione legge economica, si trova nell’opuscolo di Ricardo High price of Bullion, pubblicato nel 1810, dove dice che l’oro e l’argento obbediscono alle stesse leggi che valgono per ogni altra specie di merce[2]. Successivamente Ricardo stesso parla delle leggi del valore, della rendita, dei salari e dei profitti, e il termine si trova ripetuto poi anche dagli altri economisti.

Le leggi economiche possono riguardare i fenomeni della ricchezza nel modo con cui essi si presentano in certe condizioni, o possono riguardarli nel modo in cui queste stesse condizioni variano in lunghi periodi di tempo, insieme ai cambiamenti economici che ne risultano. Nel primo caso si parla di leggi economiche statiche, nel secondo di leggi economiche dinamiche. Le leggi che presiedono alla distribuzione del reddito nazionale in rendita, salari, interesse e profitto, sono leggi statiche; le leggi, che considerano quale influenza esercita il progresso economico su questi redditi, o la tendenza che essi hanno a crescere o calare nel corso della loro evoluzione, sono leggi dinamiche. I due termini veramente non sono molto appropriati, perchè le leggi statiche considerano gli effetti di particolari cambiamenti, come, ad esempio, cambiamenti nella domanda, nel costo di produzione, nella quantità di moneta circolante; e d’altronde il mondo economico, anche in un dato stadio della società, è in perpetuo movimento: prezzi, salari, profitti, sistemi monetari, tariffe ecc. cambiano continuamente e l’Economia politica non può fare a meno d’investigare le relazioni reciproche di questi cambiamenti. Ma ad onta di ciò la distinzione tra leggi statiche e leggi dinamiche è assai importante, in quanto queste ultime considerano i fenomeni economici nella loro evoluzione, valendosi

  1. D. Hume - Essays. London. Standard Edition, p. 149-50.
  2. Bonar, op. cit., p. 195-96.
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