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analisi critiche e rassegne 343

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Rivista di Scienza - Vol. I.djvu{{padleft:353|3|0]]questo punto il pensiero dell’A. non sia molto esplicito, credo potere asserire che per Rignano il modo di uscire dall’alternativa è quello di fondere i due punti di vista e di considerare lo sviluppo come epigenetico e preformistico al tempo stesso.

Ma come operare questa conciliazione? Quali proprietà deve godere la sostanza germinale perchè sia possibile tale conciliazione?

Che la sostanza germinale sia costituita da una sostanza omogenea è inammissibile perchè urterebbe per non dire altro coi fatti di eredità parziale (particulate inheritance) che han servito sovente di punto di partenza alle ipotesi dei germi preformistici; la sostanza germinale deve essere costituita di parti etorogenee. Ma è ugualmente inammissibile ammettere che essa sia costituita da un insieme di germi preformistici, delegato ciascuno ad una parte del corpo, perchè si «arriverebbe a questa assurdità che non solamente ogni cellula, come l’ammetteva già la pangenesi di Darwin, ma fino ad ogni molecola dell’organismo dovrebbe avere il suo rappresentante nel plasma germinativo». I costituenti della sostanza germinale non devono dunque rappresentare determinate parti o determinati caratteri.

Escluse le teorie chimiche dello sviluppo, la cui incapacità a spiegare molti fatti dell’ontogenesi e dell’eredità è dimostrata assai bene dal Rignano in altra parte del libro[1] non rimane altra via che considerare i costituenti della sostanza germinale come dei sistemi dinamici relativamente indipendenti gli uni dagli altri e precisamente dei sistemi potenziali specifici, così come tutto l’uovo nel suo complesso è un sistema potenziale. Dall’attivazione di determinati elementi potenziali specifici dipenderebbero determinati processi morfogenetici e tutto quanto lo sviluppo ontogenetico dipenderebbe dall’attivazione successiva degli clementi potenziali costituenti il plasma germinativo. Per l’attivazione di ciascuno di questi elementi s’irradia, per così dire, in tutto il corpo dell’embrione un’azione specifica che serve di stimolo alle varie parti e le determina a reagire in maniera parimenti specifica. Queste reazioni sarebbero ora processi di moltiplicazione cellulare, ora cambiamenti di forma e di posizione, di chimismo e di struttura delle cellule così originate. Con l’attivarsi successivo di varii elementi avremo una specificazione crescente delle singole cellule. «Quest’attivazione successiva per ordine seriale di energie specifiche rimaste fino ad un certo momento allo stato potenziale implica che ogni attivazione immediatamente antecedente sia di per sè capace di produrre le condizioni ambientali necessarie e sufficienti per la liberazione dell’energia specifica potenziale immediatamente successiva» e di questa sola, ad esclusione delle altre che devono perciò attendere la loro volta.

  1. Cap. VI.
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