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analisi critiche e rassegne | 345 |
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Un punto sul quale debbo però fermarmi per la comprensione di quel che segue, riguarda la natura degli stimoli formativi, ossia di quelle azioni a distanza esercitate dalla zona centrale sulla parte formata. Il Rignano le chiama senz’altro azioni di natura nervosa. Ora questa denominazione era da giustificare. Si crederebbe dapprima che il Rignano intendesse dare una nuova definizione più larga del concetto di nervoso, nel quale poi avrebbe fatto rientrare le azioni nervose nel senso comune della parola, ma poi si comprende com’egli ritenga senz’altro identici stimoli morfogenetici e nervosi. Invano si cercherebbe poi nel libro un solo tentativo di definire il concetto di azione nervosa, così che egli a seconda delle occasioni e dei bisogni della teoria vi fa rientrare tacitamente i fenomeni più disparati, senza accorgersi che usa le parole in un significato arbitrario. Con queste restrizioni, mi servirò anch’io della parola nervoso in ciò che segue e che si riferisce alla spiegazione della trasmissibilità dei caratteri acquisiti mediante la centro-epigenesi. E lasciamo senz’altro la parola all’Autore:
«Col cessare della attivazione di sempre nuovi elementi potenziali specifici, cesserà l’azione perturbatrice della zona centrale sull’equilibrio dinamico di ciascun stadio ontogenetico. L’organismo raggiungerti in tal modo l’equilibrio definitivo dello stato adulto. Senonchè, come nuova causa perturbatrice, potrà ora sostituirsi lo stimolo funzionale nel senso suo più lato, con tutte le sue possibili infinite variazioni.
«Nella stessa guisa che, prima, l’azione perturbatrice della zona centrale interveniva a rompere l’equilibrio appena formatosi, e promuoveva in tal modo il passaggio ad uno stadio ontogenetico successivo, così, ora, ciascun cambiamento duraturo dello stimolo funzionale, col disturbare l’equilibrio dinamico dello stato adulto, verrà parimenti a provocare una distribuzione nervosa generale diversa.
Per ciascuna cellula dell’intero organismo o di date porzioni dell’organismo, passerà, di conseguenza, un flusso nervoso, specificamente diverso da quello di prima, e specificamente diverso da una cellula all’altra.
In ciascun nucleo di queste cellule verrà perciò a formarsi e a deporsi un elemento potenziale specifico particolare, in aggiunta agli elementi già esistenti. Senonchè, tutti questi elementi, tanto i nuovi che i vecchi, depostisi nei nuclei somatici, andranno perduti con la morte dell’individuo; e non si sottrarranno a tale distruzione che quelli depositatisi nella sostanza germinale della zona centrale e quindi anche delle cellule sessuali»[1].
- ↑ Pag. 97-98 ed. francese.