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il concetto di specie in biologia 77

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In verità Linneo non soltanto creò un sistema preciso e facile, applicandolo alla classificazione di un gran numero di piante e di animali direttamente osservati da lui; non soltanto creò una nomenclatura, che durerà quanto le scienze cui si applica; non soltanto ordinò e fece conoscere e, quel che più monta, rese facilmente riconoscibile una quantità di forme fin allora mal note o ignote; ma fu il primo a rendersi conto del significato d’una classificazione naturale. Sia pure che a ciò fosse condotto più da principii religiosi che da principii scientifici, certo egli pel primo esplicitamente ammise l’esistenza di gruppi naturali e dichiarò tale la specie: Naturae opus est species, e additò la via che doveva quind’innanzi seguire la sistematica: la ricerca, cioè di questi gruppi naturali. E il primo, più piccolo e più sicuramente naturale fra i gruppi di piante e di animali fu da lui dichiarato la specie, ch’egli fu anche il primo a voler nettamente definire e circoscrivere e a subordinare al genere, il quale pure era per lui un gruppo naturale come le specie che lo compongono.

Ma entro la specie, in molti casi, come anche Linneo vide, s’incontrano individui che possono essere ripartiti in gruppi pur essi ben definibili: le così dette varietà: gruppi, che rappresentano rispetto alla specie quel che le specie rispetto al genere. E Linneo, che pure aveva trovato ragionevole e conforme natura, di separare nettamente l’una dall’altra le specie d’un genere, trovò invece comodo di attenuare l’indipendenza delle varietà, per mettere meglio in evidenza l’omogeneità delle sue specie, e fece alle varietà lo stesso trattamento che i suoi predecessori avevan fatto alla specie, come chiaramente è espresso in questa definizione: Varietates sunt plantae eiusdem speciei, mutatae a caussa quacunque occasionali[1].

E, dice il De Vries, «per assicurare quanto più fosse possibile alle sue specie l’origine soprannaturale, Linneo interdisse ai suoi discepoli lo studio di quei tipi minori: Varietates levissimas non curat botanicus, fu da lui sentenziato»[2].

La nomenclatura binomia fu, credo, non ultima fra le cause di vitalità delle specie linneane. Le parole son come

  1. Philosophia botanica, N. 306, p. 243; N. 158, p. 104.
  2. Die Mutationstheorie, I, p. 13.
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